Francia-Cina: ministro Esteri Le Drian, esistono prove su abusi contro uiguri
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- Pubblicato Giovedì, 11 Marzo 2021 18:52
Gli abusi delle autorità cinesi verso la popolazione uigura sono stati provati, anche se Pechino nega. Lo ha detto il ministro francese degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, durante un intervento al Senato. Il capo della diplomazia francese ha parlato di prove relative alle sterilizzazioni forzate, gli abusi sessuali, le detenzioni di massa, la distruzione del patrimonio culturale e il lavoro nei campi dove vengono detenuti gli uiguri in Cina, nella regione nordoccidentale dello Xinjiang. Le Drian ha chiesto che "una missione imparziale, indipendente e trasparente di esperti intenzionali possa recarsi nello Xinjiang il prima possibile sotto la responsabilità dell'Alto commissario dell'Onu per i diritti dell'uomo, Michelle Bachelet. Il capo della diplomazia di Parigi ha poi chiesto alle aziende francesi “la più grande vigilanza” nei confronti dei rischi “di minacce gravi ai diritti fondamentali” degli uiguri nelle fabbriche cinesi dove lavorano.
Quello degli uiguri è un genocidio. Lo conferma un’organizzazione indipendente
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- Pubblicato Mercoledì, 10 Marzo 2021 14:04
Il report del think tank, elaborato da più di 50 esperti di tutto il mondo, sostiene che il governo cinese ha violato le disposizioni della Convenzione sui genocidi delle Nazioni Unite: diritti umani, crimini di guerra e diritto internazionale. L’intenzione: distruggere la minoranza dello Xinjang come gruppo, in totale o in parte
La Cina ha violato le disposizioni della Convenzione sui genocidi delle Nazioni Unite con l’intenzione di distruggere la comunità uigura. Questo è il risultato di un report indipendente elaborato da più di 50 esperti di tutto il mondo in diritti umani, crimini di guerra e diritto internazionale.
Il documento del Newlines Institute for Strategy and Policy, think tank con sede a Washington, è stato diffuso dall’emittente americana Cnn, e accusa direttamente il governo cinese come responsabile di “un genocidio in corso contro gli uiguri”.
Si tratta del primo documento elaborato da un’organizzazione indipendente, e non da un governo, che denuncia le politiche di Pechino contro la minoranza musulmana nello Xinjang.
Azeem Ibrahim, coautore dello studio e direttore delle iniziative speciali di Newlines, sostiene che ci sono enormi prove sulla tesi di genocidio: “C’è una grande potenza globale i cui leader sono architetti di un genocidio”.
Il rapporto, basato su migliaia di testimonianze oculari e documenti ufficiali del governo cinese, avverte che è possibile parlare di genocidio, anche in assenza di uno sterminio di massa: “Le politiche e le pratiche della Cina nei confronti degli uiguri vanno viste nel loro complesso, che contempla l’intento di distruggerli come gruppo, in totale o in parte”.
Lo studio puntualizza che dal 2014 ci sarebbero circa due milioni di uiguri detenuti nei 1.400 campi di concentramento presenti nello Xinjang. Per il governo cinese si tratta di strutture necessarie per contenere l’estremismo islamico.
Il think tank denuncia che in questi centri vengono compiuti abusi sessuali, torture psicologiche e tentativi di lavaggio del cervello: “I prigionieri uiguri nei campi di internamento vengono privati delle loro necessità umane fondamentali, umiliati in modo grave e soggetti a trattamenti inumani come l’isolamento senza cibo per periodi prolungati”. Questi abusi sarebbero tra le cause del forte calo del tasso di natalità tra gli uiguri (circa il 33% in meno).
Il Newlines Institute for Strategy and Policy – prima conosciuto come Center for Global Policy – è nato nel 2019 grazie all’iniziativa di un gruppo di esperti e della Fairfax University of America. L’obiettivo: migliorare la politica estera degli Stati Uniti nell’ambito di una comprensione profonda della geopolitica di diverse regioni del mondo e il loro sistema di valori.
La Cnn ha mostrato una foto che sarebbe stata scattata il 4 giugno del 2019, in cui si vede un presunto campo di concentramento dove sono detenuti gli uiguri al nord di Akto, nella regione di Xinjiang.
E ricorda che un altro report, pubblicato l’8 febbraio da Essex Court Chambers a Londra, è arrivato alla stessa conclusione: c’è un “caso credibile” di genocidio da parte del governo cinese.
Il parlamento canadese riconosce il «genocidio» degli Uiguri
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- Pubblicato Martedì, 23 Febbraio 2021 22:39
OTTAWA - Il Parlamento canadese ha votato in maniera schiacciante a favore di una mozione che chiedeva di dichiarare un «genocidio» il trattamento della Cina nei confronti degli Uiguri.
La mozione - che è passata con 266 voti favorevoli, 0 contrari e 72 astenuti - è stata sostenuta da membri di tutti i partiti, riferisce la Bbc.
Il primo ministro Justice Trudeau e la maggior parte dei membri del suo gabinetto, tuttavia, si sono astenuti. Trudeau ha finora lesinato commenti a riguardo e si è mostrato molto prudente, dicendo solo che è «necessario» mettere in atto «ulteriori verifiche» da parte di «esperti internazionali».
L'approvazione della mozione rende il Canada il secondo paese, dopo gli Stati Uniti, a riconoscere le azioni della Cina come genocidio. L'iniziativa, lanciata da un partito d'opposizione, chiede anche al Comitato Olimpico Internazionale di spostare i Giochi Olimpici Invernali del 2022 da Pechino.
Cina. Donne e uomini stuprati nei “campi di rieducazione” dello Xinjiang
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- Pubblicato Martedì, 23 Febbraio 2021 13:50
Incoraggiati dalle donne che hanno trafitto il velo del silenzio, gli uomini raccontano storie di come sono stati vittime di abusi sessuali nella trasformazione attraverso i campi di istruzione.
La BBC ha raccontato l’orribile storia di come le donne vengono sistematicamente violentate nella temuta trasformazione dello Xinjiang attraverso i campi di istruzione. La storia non parlava di abusi occasionali da parte di guardie disoneste. Le donne coraggiose che hanno testimoniato hanno denunciato una “cultura dello stupro” pervasiva, in cui l’abuso sessuale è uno strumento per rompere l’identità musulmana e il rispetto di sé delle detenute. Questo va così lontano che allo stupro da parte delle guardie carcerarie si aggiungono visite notturne di uomini cinesi mascherati, a cui le prigioniere vengono “affittate” per ulteriori abusi.
Il ministero degli Esteri cinese si è ridicolizzato sostenendo che le donne che hanno testimoniato erano “attrici” reclutate dalla BBC, mentre in realtà sono apparse tutte con i loro veri nomi, e il loro legame con i campi era stato verificato. Il governo statunitense, britannico e australiano ha citato il rapporto della BBC per condannare le atrocità e gli abusi sulle donne nello Xinjiang . Altri governi, istituzioni internazionali e politici in tutto il mondo hanno fatto lo stesso.
Le orribili scene di stupro e tortura descritte nel rapporto della BBC non si verificano solo nello Xinjiang , né le donne musulmane sono le uniche vittime. Anche le detenute dei movimenti religiosi banditi etichettati xie jiao , come la Chiesa di Dio Onnipotente e il Falun Gong , vengono violentate. Le loro storie sono notevolmente simili a quelle raccontate alla BBC dalle donne uiguri e di etnia kazaka che hanno subito stupri nei campi dello Xinjiang . La stessa combinazione di indottrinamento ossessivo e abuso sessuale viene utilizzata per deprogrammare o “de-convertire” dalle loro credenze le devote della Chiesa di Dio Onnipotente e del Falun Gong in tutta la Cina.
Alcuni degli uomini violentati nei campi dello Xinjiang hanno raccontato le loro storie ad attivisti per i diritti umani in Kazakistan e altrove, ma non li hanno autorizzati a pubblicizzare questi rapporti con dettagli che possano portare, anche indirettamente, alla loro identificazione.
Fino a quando alcuni degli uomini violentati testimonieranno con i loro nomi, cognomi e dettagli della loro detenzione, il PCC negherà che lo stupro di detenuti maschi avvenga nella trasformazione attraverso i campi di istruzione , anche se del resto lo negano anche nel caso delle donne , dove questi dettagli sono già emersi. Siamo comunque soddisfatti che chi ci ha raccontato queste storie dica la verità.
Una delle donne che ha parlato con la BBC, Tursenay Ziawudun, è stata successivamente intervistata da Fox News e ha affermato che “Siamo umani, ma il modo in cui torturano queste ragazze e persino i ragazzi è come se fossimo animali”. “Anche i ragazzi”, disse. Un’altra parte dell’orribile verità sta gradualmente emergendo.
Fonte, bitterwinter.org
USA e Canada dicono basta al genocidio
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- Pubblicato Martedì, 16 Febbraio 2021 17:18
Il 2020 avrebbe potuto essere l’anno della svolta per la risoluzione della questione della uigura. La diffusione di notizie sui campi di internamento, gli Acts degli USA e il riconoscimento del crimine di genocidio sono passi avanti verso la presa di consapevolezza a livello mondiale sulle condizioni del popolo uiguro. Ma, per adesso, la Cina nega tutte le accuse, non accetta le critiche e ne esce ancora impunita.
Le reazioni della comunità internazionale
Nel luglio 2019 gli ambasciatori di 22 nazioni (tra cui Australia, Canada, Francia, Giappone e Regno Unito) hanno inviato una lettera al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite per sollecitare la chiusura dei campi di internamento della maggioranza uigura nello Xinjiang. A pochi giorni di distanza 37 Paesi, tra cui Arabia Saudita, Egitto, Russia, Corea del Nord, Filippine, Pakistan, Iran, Siria e Palestina (Stati con posizioni politiche e forti interessi economici che li legano a Pechino) hanno replicato con una lettera a sostegno delle scelte politiche attuate dalla Cina in Xinjiang.
Gli USA
Ma sono gli Stati Uniti, nel 2020, ad aver preso per primi effettive posizioni: hanno varato il “Uyghur Human Rights Policy Act”, diventato poi legge con la firma dell’uscente presidente Donald Trump, e lo “Uyghur Forced Labor Prevention Act”. Con quest’ultimo si instaura la presunzione legale secondo cui qualsiasi prodotto realizzato nella regione dello Xinjiang o confezionato lì derivi da lavoro forzato. Quindi, si porrebbe il divieto di importare materiale proveniente dalla zona, a meno che non si dimostri il contrario.
Un genocidio
Ancora più recente è invece l’audace dichiarazione della Sottocommissione canadese per i Diritti Internazionali dell’Uomo, che ha definito ciò che sta accadendo all’etnia uigura un vero e proprio genocidio. La Sottocommissione ha poi esortato la propria nazione ad adottare adeguate misure, come assumere una posizione di condanna nei confronti della Cina e collaborare con le organizzazioni impegnate sulla questione. D’altro canto la Cina, che da sempre nega tutte le accuse, anche questa volta ha dichiarato l’insussistenza dei fatti.
..che non cesserà presto
Durante la prima telefonata ufficiale tra il presidente statunitense Joe Biden e l’omologo cinese, avvenuta nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 2021, il capo della Casa Bianca ha espresso la preoccupazione degli USA per la «violazione dei diritti umani» nello Xinjiang. La netta replica di Xi Jinping: «Si tratta di affari interni che riguardano la sovranità e l’integrità territoriale della Cina. Gli Stati Uniti dovrebbero rispettare gli interessi fondamentali della Cina e affrontare tali questioni con prudenza», sembra non lasciare spazio ad alcuna discussione in merito.
Resta palese che si sia di fronte a un atteggiamento ambiguo e non univoco da parte della comunità internazionale, in parte interessata a salvaguardare i propri interessi nello Xinjiang e i propri rapporti politici ed economici con la Cina. Nonostante sia indubbia la crescente attenzione riservata al problema, ancora non è chiaro se sarà possibile trovare una soluzione tale da far cessare le violazioni umanitarie verso l’etnia uigura. Nel frattempo, però, la Cina continua ad operare liberamente e nulla ostacola il protrarsi dei soprusi nei confronti delgli uiguri.